Alcol: una visione Made in Italy

Rispetto alla reazione scomposta del nostro Governo, e non solo, alla proposta europea dell’etichettatura dei vini riportante la pericolosità per la salute dell’uso del vino e di altre bevande alcoliche, per un momento mi è sembrato di essere in viaggio attraverso il Sud-America o l’Oriente. Ho pensato di trovarmi o in Colombia, Perù, Bolivia o in Iran, Afghanistan, Pakistan, Birmania, Laos e Thailandia, dove vengono prodotte rispettivamente la cocaina e l’eroina, che vengono solo a parole contrastate, fondamentali per l’economia di quei paesi, con la più o meno evidente connivenza nelle sfere più alte riguardo ad un prodotto considerato bene nazionale. 

In Italia, dell’alcol si parla poco ma se ne beve molto, come da tradizione, suffragata da pseudo-scienziati che in nome della dieta mediterranea ne sottolineano i benefici, purché si sia bevitori moderati. Questo, dopo alcuni anni di frequenza di un Club di Ecologia Sociale Antropospirituale, non mi meraviglia molto. Abbiamo assistito al ripetersi della solita levata di scudi contro l’invito ad abolire il bere, da parte di famiglie che al Club erano arrivate per un problema con l’alcol di un loro membro. Era solo lui da curare, loro erano tutti bevitori moderati e consapevoli e mai avrebbero rinunciato al loro bicchiere di vino. Potenza ingannatrice dell’alcol! 

E a proposito di dieta mediterranea non vorrei che, vista la troppa estensione dell’areale a paesi produttori nostri competitori quali la Spagna e la Francia e considerata l’attuale situazione politica del Made in Italy, si cerchi, con la complicità dei soliti pseudo-scienziati, di far intendere che è stato trovato, non si può dire come, un prodotto esclusivamente italiano, l’Itanolo, che pare possedere la proprietà di auto-degradarsi senza coinvolgere il fegato. Speriamo bene. 

Ma tornando all’atteggiamento dello Stato rispetto all’uso di alcol, non si può non notare quanto sia farisaico. Perchè già da tempo ne ha constatato la pericolosità, introducendo norme e sanzioni riguardo alla guida. È un’ammissione delle potenzialità dell’alcol, ma viene relegata solo alla strada, come se, sul lavoro, a casa propria, nella vita di relazione, l’uso di alcol non innescasse spesso situazioni di liti, offese, maltrattamenti, che non nascono solo dall’uso dell’alcol ma che tramite questo si manifestano. Si esprimono attraverso un’alterazione dello stato di coscienza che, perdurando nel tempo, apre ad altri disagi e al deterioramento dei rapporti. 

In questo sta l’ipocrisia dello Stato, che invece di garantire come previsto dalla Costituzione la salute di ogni cittadino non solamente con le cure, ma anche tramite un’azione preventiva fatta di informazioni attendibili, per motivi che di sanitario non hanno nulla, strizza l’occhio all’economia e ai voti facili.