Abitare la terra nel diritto delle sfumature e delle diversità

Abitare la terra nel diritto delle sfumature, delle diversità, e il dovere di condividere e di rispettare la diversità.

Mario Caproni
Seminario mensile di Ecologia Sociale Antropospirituale del 13 aprile 2025

Ringrazio tutte e tutti voi, e in particolare Franco, per l’occasione che mi viene data di dire qualcosa sulle tematiche delle identità sessuali di minoranza, che chiameremo con l’acronimo LGBT+. Una minoranza peraltro significativa in termini numerici, dal momento che il numero delle persone LGBT in Italia oscilla fra il 5 e il 10% della popolazione – consideriamo una media del 7% – e se consideriamo che oltre alle persone interessate sono coinvolte le famiglie di origine, le cerchie parentali e amicali più strette, vuol dire che in Italia circa 10 milioni di persone, direttamente o per vicinanza affettiva, sono implicate nella condizione delle persone LGBT+.

E’ dal 2010 che come genitore e cittadino attivo mi occupo di queste tematiche, perché ci sono passato personalmente in quanto genitore, maturando una conoscenza esperienziale che mi ha aperto un mondo che non conoscevo e mi suscitava paure irrazionali. E poi per il continuo desiderio di conoscenza e approfondimento su questi temi dal lato scientifico, delle parole per dirlo, possibilmente chiare, perché per troppo tempo s’è parlato di questi temi sottovoce, per sottintesi o ammiccamenti, e il più delle volte non se n’è parlato affatto, in un contesto sociale che ha contribuito alla invisibilizzazione delle persone LGBT+.

Poiché non è la prima volta che sono invitato a parlare di questo tema in questa scuola, e vi ringrazio per questo, mi chiedo se l’argomento possa ancora suscitare il vostro interesse. D’altra parte, se Hudolin parlava soprattutto di tre ingredienti necessari affinchè un club funzioni, l’amicizia, la solidarietà e l’amore, in questa scuola ho sempre sentito aggiungere un quarto ingrediente, che è il rispetto per la differenza e l’unicità di ogni persona, e allora forse è opportuno parlare di questa minoranza di persone da sempre variamente stigmatizzata e discriminata, tanto da essere chiamate “i diversi” per antonomasia.

Se poi collego il titolo che è stato proposto per questa comunicazione, “abitare la terra nel diritto alle sfumature e alle diversità”, con il titolo del seminario “immaginare e desiderare nel tempo di internet: la visione ecologica di fronte al non-ancora, tra tecnocrazia e speranza”, faccio fatica a coglierne con immediatezza un nesso, ma dopo tre anni di frequentazione di questa scuola sto imparando che si trova sempre un nesso, si dipana sempre un filo rosso, basta avere pazienza e mettersi in ascolto piuttosto che ricercare ansiosamente risposte razionali e rassicuranti.

Affrontare il tema delle identità sessuali di minoranza per promuoverne il rispetto e il riconoscimento pieno e incondizionato, portarne alla luce i diritti, che non sono da elargire bontà nostra ma che ci sono già, sono inscritti nelle persone e sono soltanto da riconoscere, ebbene questo non lo faccio perché è di moda, perché è politicamente corretto, perché sono ideologizzato nella cultura Woke. Alcuni affermano che se la sinistra italiana è così debole e inconcludente è anche se non soprattutto perché parla tanto (?) di diritti civili, di cultura woke piuttosto che di diritti sociali ed economici. “Ben altri sono i problemi urgenti da affrontare, le priorità, il lavoro povero perché sottopagato, ecc.” Il “benaltrismo” è sempre al lavoro per stabilire quali sono i problemi prioritari, come se i diritti socio-economici e i diritti civili fossero in contrapposizione, come se i primi dovessero escludere i secondi.

Questo è solo un esempio dei modi che parti della politica e dell’opinione pubblica utilizzano per screditare le persone LGBT+, per sminuirne il valore.

Nel 2016 l’Italia ha approvato le Unioni Civili. In molti stati dell’Europa Occidentale, fra i quali Spagna, Francia, Inghilterra, Germania , Austria, Svizzera (e in altri 33 paesi nel mondo) vige il matrimonio egualitario. Perché in Italia le persone lesbiche e gay sono considerate cittadini di serie B? Perché nelle unioni civili non è previsto l’obbligo di fedeltà coniugale? Al di là del merito, forse discutibile, menziono questa mancata norma per ragioni di uguaglianza. Per quale motivo se non per sfregiare le persone omosessuali, per screditarle, ritenendole promiscue, infedeli, libertine per loro propria natura?

E poi perché hanno stralciato dalla Legge sulle unioni civili la stepchild adoption? Si tratta della possibilità di adottare il figlio del partner, diritto ammesso nel matrimonio civile e concordatario, come pure per le coppie eterosessuali conviventi, ma precluso nelle unioni civili delle coppie omosessuali.

Me li immagino questi parlamentari italiani, in maggioranza maschi e eterosessuali, ipocriti, sepolcri imbiancati che si ergono a baluardi della morale cristiana, che si impalcano a giudicare, in modo del tutto arbitrario, della presunta incapacità di una persona omosessuale a essere un genitore capace, a decretare che per le persone omosessuali si può concedere solo un matrimonio di serie B, a stabilire che il genitore non biologico non può adottare il figlio del partner, e pazienza se si ledono i diritti di quei bambini che già esistono e sono in tal modo discriminati.

Vorrei soffermarmi ancora sul tema del diritto alla genitorialità per le persone LGBT+ perché è a mio parere emblematico dell’ipocrisia di tanti nostri politici.

L’adozione e l’affido familiare in Italia sono regolati dalla Legge 184 dell’’83, mai più riformata. In Italia non possono adottare un bambino né le coppie etero conviventi, né le coppie omosessuali delle unioni civili, né i single. Per l’eccessivo zelo di assicurare le condizioni che si presumono migliori in assoluto, si preclude l’adozione e l’affido a persone che ne sarebbero pienamente capaci. Quale diritto ho io, persona eterosessuale, di conculcare alla radice qualsiasi possibilità per una persona omosessuale, che sente un desiderio e una propensione per la genitorialità, di adottare un bambino? L’ipocrisia aumenta nel momento in cui, mentre viene sanzionata la maternità surrogata, o gestazione per altri, come reato universale, si mantiene l’esclusione delle persone LGBT+, ma anche delle persone single, dall’adozione e dall’affido.

Spesso si sentono giudizi sul desiderio di genitorialità espresso da persone LGBT+ come espressione di egoismo, di pretesa di tutto, di un capriccio, di pretesa appunto di qualcosa che non è consentito dalla natura biologica, che sarebbe contro-natura. Lascio a voi la riflessione su questo.

Oltre alle famiglie omogenitoriali oggi sono sotto attacco anche le persone trans gender. Il DDL Zan, che si proponeva il contrasto e la sanzione degli hate speech, i discorsi d’odio nei confronti delle persone LGBT+, è caduto perché la maggioranza del parlamento voleva stralciare la definizione di “identità di genere”, che è come dire che non si riconosce l’esistenza stessa delle persone trans gender. I proponenti della Legge non potevano arrivare a tanto, così la legge Zan non è stata infine approvata.

Oggi l’identità di genere non conforme a quella assegnata alla nascita sulla base del sesso biologico, quindi essere una persona trans, o non binaria ad esempio, è diventata l’emblema della diversità da respingere, da contrastare, da offendere, è l’emblema di ciò che attenta all’ordine “naturale”delle cose.

La mia esperienza di genitore che in questi anni ha camminato e si è confrontato con una ventina almeno di genitori con figli trans, tutti soci e socie facenti parte di Agedo, è che la diversa identità di genere va rispettata e presa seriamente come un modo di essere e di sentirsi profondo e persistente, che si radica fin dai primi anni di vita, che non ha niente a che fare con la moda, il capriccio, la confusione dei sessi e altre fesserie.

Sento in giro, anche da persone che consideravo attrezzate per discernere il grano dal loglio, una crescente diffidenza, fastidio, giudizio preoccupato sulla cosiddetta Teoria o Ideologia del Gender. Questa della Ideologia Gender è una definizione inventata a metà degli anni ’80 dal S. Uffizio del cardinal Ratzinger, e utilizzata poi da alcuni gruppi fondamentalisti sedicenti cattolici e da alcune parti politiche attualmente al governo dell’Italia per seminare paura, odio, discredito verso le persone LGBT+. L’ideologia gender, la teoria del Gender, che è diversa dagli Studi di Genere, non esiste, è un fantasma agitato a scopo ideologico (nel sensopropagandistico e fazioso) per spaventare, confondere, creare un capro espiatorio.

Le associazioni LGBT+, compresa quella di cui mi onoro di far parte, non entrano nelle scuole per far proseliti, per diffondere come novelli untori il contagio dell’omosessualità e della identità di genere non conforme, ma per educare e formare al riconoscimento e al rispetto per tutte le differenze umane.

Non si sceglie di essere persone omosessuali o persone trans gender. Lo si è e basta.

Nel terminare questa mia riflessione, mi interrogo su come la pensi la gente sulle questioni che ho posto, quale sia il grado di sensibilità, di empatia, di riconoscimento, di rispetto verso queste minoranze.

Io so e vedo invece un inquietante aumento della cattiveria e dell’omo-transfobia istituzionale (pensiamo alle posizioni del governo italiano, alle ultime decisioni di Trump, a Putin, a Orban, e a tanti altri nel mondo). Anche la chiesa cattolica, che ha fatto grandi passi sui temi della giustizia sociale, delle disuguaglianze, della pace, dell’ecologia integrale, è ancora molto attardata sui temi della sessualità e della condizione delle persone LGBT+, indietro di duecento anni come affermava il card. Martini.

Penso ci sia ancora bisogno di cittadinanza attiva, di associazioni come Agedo di genitori che aiutino alla pari altri genitori a riconoscere ogni figlia o figlio nella sua particolarità, e in modo gioioso e liberante, non piangente.

C’è bisogno di lottare assieme alle persone LGBT+ in primis per il riconoscimento della loro esistenza e poi per il riconoscimento dei loro diritti, che non sono da elargire per bontà nostra, per pietismo, ma sono già inscritti in loro in quanto persone e devono essere solo portati alla luce.

Vi ringrazio per la vostra consueta attenzione e la vostra pazienza.